Premesse per iniziare un buon anno scolastico.

Quest’anno si riprende guardando al futuro senza dimenticare il passato e il presente. Ho deciso così. Oramai siamo in quarta e possiamo iniziare a guardare a noi stessi con maggiore fiducia e più consapevolezza. Prima di tutto è importante tener sempre presente come eravamo all’inizio del nostro percorso insieme, quali difficoltà abbiamo incontrato ma anche quanto siamo riusciti ad imparare con semplicità e senza grandi sforzi. In prima usavo spesso la metafora della fortezza da costruire: ogni scoperta, ogni apprendimento, ogni sforzo ma anche ogni traguardo costituiva un mattoncino sul quale ergere il nostro castello. In prima e seconda elementare l’obiettivo è stato quello di costruire salde fondamenta prestando attenzione a non trascurare alcun mattoncino da inserire. “Se non imparate qualcosa o se per caso vi arrendete alla prima difficoltà… va a finire che le vostre fondamenta sembreranno una bella groviera e prima o poi la struttura risulterà traballante. E invece voi, giorno dopo giorno, dovrete costruire le vostre solide basi che diventeranno un bel castello”. In terza abbiamo iniziato a spingerci oltre le fondamenta potendo contare su quanto appreso. Ci siamo resi conto che quanto appreso in precedenza ci ha aiutato a proseguire il nostro percorso. E in quarta? In quarta si procederà spediti verso la costruzione dei piani superiori ma continuando a curare fondamenta e quando già costruito. Sarà l’anno delle manutenzioni, dei rinforzi ma anche della progettazione. Per questo motivo ritengo sia importante fare il punto della situazione e da lì ripartire con slancio ed entusiasmo.

Riprenderemo proprio da qui: Cosa hai imparato in questi anni? Cosa ti ha maggiormente stupito o meravigliato? Pensi di aver individuato i tuoi punti di forza e i tuoi punti deboli? – Il discorso, badate bene, non deve riguardare solo la sfera degli apprendimenti ma anche quella personale e sociale, il rapporto con se stessi e con gli altri. La crescita come la formazione e lo sviluppo delle competenze non può prescindere da questi aspetti. La vita di gruppo. La classe, non mi stancherò mai di dirlo, è una piccola società. Le relazioni con gli altri non sono sempre facili, non è semplice lavorare in gruppo e condividere esperienze, non tutti sono simpatici a tutti e la risoluzione dei conflitti (che fanno parte della natura umana) non è quasi mai a portata di mano. In questi anni ho cercato di insegnare loro l’autonomia alla gestione del conflitto. Un compito arduo! I bambini di oggi sono abituati a cercare nell’adulto le risposte alle loro domande o ai loro problemi ma anche la risoluzione dei conflitti con i coetanei. Ogni piccola difficoltà sembra dover essere risolta dall’adulto. Perché c’è l’abitudine da parte dell’adulto di voler risolvere il conflitto sempre. Per comodità? Per eccessiva protezione? Perché non ammette che i bambini possano vivere dei conflitti? Per ciò che ne penso io, il conflitto è qualcosa di positivo perché aiuta a crescere, stimola la risoluzione di problemi, consente un confronto (se si impara a gestirlo e viverlo positivamente) ma soprattutto è inevitabile… nel senso che nel corso della nostra vita il conflitto prima o poi arriva e se noi non abbiamo imparato a viverlo con equilibrio e farlo diventare costruttivo… sono guai! Per questo motivo, in questi anni, ho cercato di fare domande invece di fornire risposte. Ho parlato spesso dell’importanza della maieutica nel rapporto pedagogico docente-discente (ma anche genitore-figlio): spingere alla partecipazione attiva, rilanciare domande per far riflettere e stimolare risposte personali invece di fornire verità assolute che arrivano dall’esperienza altrui. Su questo delicato ma importantissimo tema consiglio sicuramente di fare una passeggiata nel sito di Daniele Novara e il suo Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. Il suo metodo, sviluppato in alcuni libri fondamentali per genitori e insegnanti, è sicuramente uno dei migliori nell’insegnare ai più giovani (ma non solo) la gestione del conflitto per la crescita sana e armoniosa all’interno di una società che tende a considerare il conflitto come qualcosa da evitare perché distruttivo. Andate alla ricerca dei libri del professor Enrico Euli e la sua pedagogia della catastrofe oppure risvegliate il vostro spirito con Danilo Dolci e la sua rivoluzione non violenta. Non ve ne pentirete! Dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere il conflitto e soprattutto dobbiamo insegnare ai bambini a risolvere in autonomia le difficoltà guidandoli alla consapevolezza delle proprie fragilità ma anche delle loro capacità.

Conclusa questa lunga premessa sul conflitto latente ci si rende conto quanto il gruppo rappresenti la forza della classe. Dalla prima classe abbiamo lavorato per gruppi cooperativi e affinato le nostre capacità di fare del lavoro collaborativo un punto di forza sia per sviluppare competenze ma anche per risolvere conflitti e gestire le dinamiche sociali. Quest’anno continueremo a lavorare in questa direzione ma cercherò di organizzare ancora meglio i gruppi di lavoro costituendo dei gruppi (che varieranno nel tempo) basati sul sociogramma di Moreno che mi dovrebbe consentire di affinare quanto costruito in questi anni. Così nei primi giorni di scuola proporrò ai bambini, a mo’ di gioco, ciò che mi consentirà di intessere il diagramma per costruire e ipotizzare i gruppi di lavoro.

Come funziona il TEST SOCIOMETRICO DI MORENO?

Il test è uno strumento che permette di ottenere un quadro delle relazioni all’interno della classe; la sua elaborazione fornisce informazioni relativamente al livello di inserimento di ciascun alunno all’interno del gruppo classe e permette di verificare l’eventuale presenza di gruppi chiusi e/o di situazioni di emarginazione, dando così informazioni sulle dinamiche relazionali della classe. Questo metodo di indagine  è utile quando si lavora con dei gruppi ma anche per gestire meglio le relazioni all’interno della classe. Esso, come tutti gli strumenti, pur essendo utile, non fornisce informazioni vere in assoluto ma può dare delle preziose indicazioni, che unite alle osservazioni e all’ausilio di altri strumenti,  permettono di raggiungere un buona conoscenza delle relazioni del proprio gruppo classe. È importante che i risultati non siano restituiti agli alunni in quanto deve essere garantita la privacy di ciascuno e che il Sociogramma debba essere usato come aiuto al nostro lavoro di classe e non per confermare pregiudizi e opinioni sui soggetti coinvolti. Quando si procede alla consegna è importante preparare gli alunni a quello che dovranno fare, spiegando loro che quanto scriveranno servirà a noi insegnanti per aiutarli a stare meglio in classe e che in nessun modo si farà sapere al resto della classe che cosa ognuno di loro ha scritto. Sarà necessario essere molto rassicuranti su questo punto e fare una specie di patto con loro in modo che procedano tranquillamente. COME procedere: 1.  Consegnare ai bambini due foglietti di carta; 2. Far scrivere il loro nome, cognome e la classe su entrambi i foglietti con la penna blu o nera; 3. Far girare i foglietti e nella parte bianca e invitare gli alunni a seguire queste indicazioni: “ Prendete uno dei due foglietti e scrivete con una penna di colore diverso rispetto a quella usata prima il nome e il cognome di due vostri/e compagni/e di classe (presenti o assenti oggi), con i quali trascorrereste un piacevole pomeriggio a giocare e fare i compiti. Chiudete il foglio e consegnatelo”; 4. A compito finito mettere i foglietti in una busta in cui avrete scritto “SCELTE”; 5. Prendere il secondo foglietto e dare questa indicazione: “Scrivete, sempre con la penna colorata,  il nome e il cognome di un vostro/a compagno/a di classe (presente o assente oggi), con il quale non vorreste assolutamente trascorrere un pomeriggio a giocare e fare i compiti. Chiudete il foglio e consegnatelo”; 6. Quando tutti avranno ultimato anche questo secondo compito ritirare i foglietti piegati per poi riporli in una busta in cui avrete scritto “NON SCELTE”; 7. Finite queste operazioni si procede alla costruzione del Sociogramma.

Il Sociogramma consente di riflettere sulle dinamiche di classe mettendo a fuoco anche situazioni limite (in cui un alunno, ad esempio, è stato indicato da molti come non scelto) a cui porre rimedio attraverso attività mirate di rinforzo positivo e costruzione delle relazioni. Se io devo comporre un gruppo di 5 persone, osservando il diagramma, potrò equilibrarlo evitando di inserire insieme persone “non scelte”, inserendo persone scelte tra loro ma non solo e inserendo persone neutre (quindi non indicate da nessuno ma neanche escluse). In questo modo si evita di inserire in un gruppo un bambino che magari non viene facilmente accettato da un compagno (facendo vivere una frustrazione) e invece si sente rassicurato in un altro gruppo in cui un altro ha piacere di lavorare con lui o comunque non è stato indicato tra gli esclusi. Insomma, questo può essere davvero un ottimo strumento (insieme ad altri ovviamente) che consente di gestire questioni spinose della quotidianità. Potrebbe essere interessante ripetere il test a fine anno per monitorare la situazione: le dinamiche sono cambiate? le relazioni hanno subito degli stravolgimenti? Riflettiamo insieme.

Con queste premesse che terranno conto del passato e del presente della vita di classe costruirò, nella prima settimana, una serie di attività che guardano al futuro. In modo particolare si progetterà insieme i percorsi da intraprendere partendo da quanto emerso dalle prove in ingresso ma anche dalle attività proposte alla LIM su matematica, scienze, tecnologia e informatica. Nel prossimo post troverete le attività previste per la matematica.

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