La metafora della finestra sull'albero

La finestra. Perché? Perché aprire una finestra è liberatorio. Aprirla significa cambiare aria e guardare oltre, respirando a pieni polmoni e scacciando via il torpore dell’esser stati per troppo tempo chiusi dentro una stanza, un confine ridotto. È il momento in cui guardando oltre ritroviamo noi stessi. È la possibilità di allargare e ampliare i nostri orizzonti. Aprire la finestra è aprire un’altra prospettiva, un nuovo punto di vista, concederci al mondo con curiosità. È guardare giù e aver paura della vertigine che ci fa desiderare di volare, spingendoci oltre a ciò che, sino a quel momento, ci era sembrato possibile. È osare di più, è tentare di immaginare realtà diverse, evadere. È un elogio alla fuga! La finestra è uno sguardo sul mondo, anche nascosto, che scrutiamo con bramosa curiosità… come nel film La finestra sul cortile. La finestra come un’inquadratura cinematografica o fotografica, come la cornice che racchiude un’opera d’arte, quasi a rappresentare il punto di vista che vogliamo mostrare a noi stessi, e perché no agli altri, metterlo in quadro nell’attimo in cui abbiamo trovato ciò che più in quel momento è in sintonia con noi stessi, con il nostro piacere estetico, intellettuale, emozionale.
La finestra è un occhio che guarda. Fuori e dentro di noi. È quasi un’arma a doppio taglio…
La finestra ci protegge dal mondo esterno concedendoci allo stesso tempo di poterlo osservare. Sguardi attenti ci permettono di carpirne dettagli, spunti, storie che diventano parte di noi se vogliamo… se decidiamo di aprirla, quella finestra. Così diventa il non-luogo dello scambio: con l’esterno, con gli altri e con l’altro noi sconosciuto. È la possibilità che ci concediamo di accogliere l’alterità, dello straniero che è dentro di noi e che si riflette nelle altre persone, senza per questo dover abbandonare o rinunciare a noi stessi. Anzi! La finestra è l’occasione che ci permette di arricchirci, di aprirci e accogliere l’altro, ciò che è diverso da noi, ciò che è nuovo, ciò che possiamo a volte anche non capire. La finestra si apre ma si può anche chiudere se ciò che vediamo non ci piace o abbiamo bisogno di sentirci protetti… ma può essere riaperta ancora: perché è bello anche cambiare idea!
E l’albero? Perché la nostra finestra si apre proprio su un albero? Perché quello siamo noi e quindi anche gli altri. L’universo intimo e cosmico che siamo. Le radici, salde, vitali e bel piantate nel terreno, rappresentano il nostro vissuto, le esperienze importanti, le certezze, i valori, gli affetti, il sapere, la formazione. I rami, tesi verso il cielo e sempre pronti a crescere liberi, si arricchiscono di idee, progetti, suggestioni, passioni e sogni. Creativamente vanno dove vogliono – pur trovando a volte degli ostacoli che ne fanno deviare la direzione – alla ricerca del sole, luce e calore, nutrimento, linfa vitale. E ogni ramo cerca quella linfa e nutre l’albero grazie alle radici e alle foglie (le passioni), aprendosi al futuro e alla vita attraverso i fiori (progetti da realizzare, idee, spunti, ipotesi) e restituendo al mondo i suoi frutti (ciò che si è portato a compimento) in un ciclo continuo.
La mia finestra si affaccia su un albero. Vi scorgo il mondo e ci ritrovo me stessa. Dalla mia finestra, allungando la mano verso l’albero, si possono cogliere dei frutti, se si vuole, oppure ci si può fermare a osservare, leggere e respirare. Dalla mia finestra vedo il mio albero ma forse se si guarda bene se ne possono scorgere anche degli altri.
Frutti: ciò che si è concretamente prodotto
Fiori: i progetti da realizzare, idee, spunti, ipotesi
Foglie: passioni di passaggio e anche no!
Radici: formazione, cultura, affetti, notizie, valori e considerazioni
L’albero: sono io (e sono anche gli altri che camminano con me). Chi sono. Cosa faccio. Cosa vorrei per me e per gli altri.
La finestra: rappresenta le aperture al mondo e quindi tutti gli spunti che posso offrire nel mio spazio virtuale.

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